L’importanza di “narrare” i Vangeli

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In questi giorni di settembre i lettori potranno trovare in libreria qualcosa che ci farà fare un viaggio intorno alle testimonianze di varie provenienze che ci sono state tramandate circa la figura di Gesù di Nazareth. Testimonianze di varia provenienza. Questo libro è stato scritto da un giornalista non credente ma molto interessato al fenomeno religioso, Corrado Augias, e da uno dei principali storici delle religioni italiano, Giovanni Filoramo. Per la precisione stiamo parlando di “Il grande romanzo dei Vangeli” (Einaudi, p. 270, € 19,50) appunto di Corrado Augias e Giovanni Filoramo. I due studiosi compiono una operazione piuttosto complessa che si basa sulla convinzione che “La sopravvivenza dell’immaginazione del mondo degli uomini e delle donne è molto più importante della loro verità storica” per usare le parole del libro. Per questo nel titolo viene citata la parola romanzo.

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Il Pastore di stambecchi

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Ho sempre amato le storie. Le storie che ho fatto in tempo a conoscere nella mia infanzia narrate dalle persone anziane nelle lunghe serate invernali o al mite tepore di quelle estive. Quelle scritte ed elaborate dagli uomini di tutti i tempi e di tutti i paesi. Fui fin dall’infanzia lettore di storie e ho passato  molto tempo della mia fanciullezza a leggere con avidità storie di mitologia non limitandomi a quelle solite greca e latina ma esplorando anche le culture extraeuropee. Eppure oggi ascoltare storie non è più attività consueta. Dobbiamo correre produrre essere efficiente e integrarci in un sistema che nonostante l’apparente libertà di scelta tende a omologare gli uomini come pochi e ad imporre uno stile di vita dove ascoltare storie è perdere tempo. Per questo mi sento assolutamente di consigliare il libro di Louis Oreiller “Il pastore di Stambecchi” (Ponte alle Grazie, pp. 174, € 14,00) curato da Irene Borgna. Continua a leggere

La casa sul mare per riscoprire la capacità di sorridere

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di Aldo Pintor

Questi giorni sono stato colpito da un film recentemente uscito nelle sale cinematografiche. Sto parlando di “La casa sul mare” del regista marsigliese Robert Guédiguian, un film che rappresenta bene la solitudine che in questo preciso momento storico si vive nell’Occidente sazio e disperato. La storia si svolge in un piccolo villaggio vicino a Marsiglia dalla splendida posizione naturale davanti al mare. Quel mare che conosce e raccoglie le storie di tutti. Purtroppo col tempo non c’è più la comunità che un tempo aveva vita in quel piccolo borgo. Tutti scappati via inseguendo il miraggio del benessere economico in posti meno belli ma più produttivi. L’efficientismo è infatti il  nuovo idolo dell’Occidente ed ha ucciso tante comunità e condotto la gente a vivere in megalopoli senza anima come oramai sono diventate Londra e Parigi. Continua a leggere

Migranti, sono indignato!

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di Alex Zanotelli

Sono indignato per quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi verso i migranti, nell’indifferenza generale. Stiamo assistendo a gesti e a situazioni inaccettabili sia a livello giuridico, etico ed umano.
E’ bestiale che Destinity, donna nigeriana incinta, sia stata respinta dalla gendarmeria francese. Lasciata alla stazione di Bardonecchia, nella notte, nonostante il pancione di sei mesi e nonostante non riuscisse quasi a respirare perché affetta da linfoma. E’ morta in ospedale dopo aver partorito il bimbo:un raggio di luce di appena 700 grammi!
E’inammissibile che la Procura di Ragusa abbia messo sotto sequestro la nave spagnola Open Arms per aver soccorso dei migranti in acque internazionali, rifiutandosi di consegnarli ai libici che li avrebbero riportati nell’inferno della Libia. Continua a leggere

Un insegnante smarrito e i suoi alunni invisibili

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Il mondo dei giovani non da oggi è un argomento molto frequentato da coloro che scrivono libri sia di saggistica che di narrativa. Purtroppo però non sempre tutti quelli che hanno descritto questo universo ne avevano una conoscenza diretta. Invece Vincenzo Soddu essendo padre e insegnante non si può dire che sia digiuno da questo mondo che ci racconta nel suo libro. Il romanzo si intitola “Gli invisibili” ed è recentemente uscito per l’editore Arkadia. In realtà nel libro non si parla solo dei giovani di oggi ma anche di coloro che trovano nel mezzo del cammin di nostra vita e si interrogano su cosa lasciare a chi verrà dopo. L’autore classe 1962 insegna materie letterarie all’Istituto Industriale Giua di Cagliari.Dalle prime pagine del suo libro ci presenta il protagonista principale, Alessandro, che come l’autore è un professore di lettere.  Alessandro sta attraversando un momento molto critico della sua vita. Continua a leggere

La presenza del sacro nella nostra società

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E’ comune opinione pensare che vista la velocità quasi istantanea con cui i sociale network danno  le notizie il giornalismo della carta stampata sia diventato desueto. Infatti ormai il rito della lettura dei quotidiani è  sempre più sostituito dallo scorrere veloce dello schermo di un computer. Pertanto gli spazi di cultura e approfondimenti che spesso erano ospitati nella terza pagina dei quotidiani sembrano oramai in via di estinzione inesorabile. Anche perché l’enorme accelerazione del tempo nella vita dell’Occidente contemporaneo consente sempre meno quelle operazioni come la lettura del giornale che oltre che informare (o almeno dovrebbe informare) rilassa.  Per i rari lettori che vogliono approfondire qualche argomento contemporaneo non rimangono che i libri. Segnaliamo a questo proposito immediatamente l’ultima fatica editoriale di Silvia Ronchey “La cattedrale sommersa (Rizzoli, p. 254, € 19,00) una preziosa raccolta di elzeviri  che indaga sulla presenza del sacro nella nostra società che persiste spesso quanto occultata. Continua a leggere

Il bisogno di pensare

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di Aldo Pintor

Nonostante talvolta il suo autore non susciti sempre soverchia simpatia l’ultimo libro di Vito Mancuso “Il bisogno di pensare” (Garzanti, p. 192, € 16) risulta utilissimo per poter affrontare la vita con discernimento. Ossia per acquisire la capacità di valutare le situazioni che durante l’esistenza si presentano e a scegliere come comportarci  in base a quanto percepiamo sia col cuore che col ragionamento. E talvolta ci rendiamo conto che  l’azione che si deve far scaturire è quella del ringraziamento. Sicuramente da questa lettura si riceverà l’impressione di come la necessità di pensare agevoli non solo la spiritualità ma anche in concreto la vita quotidiana. Continua a leggere

L’epistolario tra Capovilla e Turoldo

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Per pochi eletti è l’aurora dicono i saggi e i poeti. Infatti, quella splendida luce soffusa che è l’annuncio di un nuovo giorno in cui ogni uomo potrà vivere e incontrare i suoi fratelli in umanità, viene attesa da poche persone. L’aurora indica sempre  la nascita di un qualcosa di  nuovo e viene citata con abbondanza nella corrispondenza che mons. Loris Capovilla ebbe con padre Turoldo. Mons. Capovilla ebbe la fortuna di affiancare Papa Giovanni XIII in quello splendido evento che fu il Concilio Vaticano II. Allora, infatti, la Navicula petri (la Chiesa)  uscì dai palazzi vaticani e dalle sacrestie e andò finalmente incontro al mondo. Per questa sua dedizione a Giovanni XXIII papa Francesco, il papa venuto da lontano, fece assurgere Mons. Capovilla agli onori del cardinalato. Continua a leggere

La più grande strage di cristiani nella storia africana è opera dei fascisti italiani

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di Valerio Evangelista 

Ottant’anni fa le truppe dell’Impero fascista attuarono il maggiore eccidio di cristiani in terra africana: accusati di essere ostili all’occupazione imperialista, centinaia di residenti del monastero di Debrà Libanòs furono fucilati dalle truppe italiane per ordine del Maresciallo Rodolfo Graziani. Nessun italiano venne mai punito per questo e per altri massacri. Quando nell’aprile 1935 componeva le prime bozze di “Faccetta Nera”, Renato Micheli volle decantare in maniera spiritosa lo spirito romantico del colonialismo italiano in Africa. Un’ode alla “missione civilizzatrice” di Roma in Abissinia, allo sforzo liberatore della gioventù italica impegnata a rimuovere le catene dal collo negro. Un’esaltazione in romanesco dell’unione tra le razze, che però a Mussolini non piacque affatto (anzi, tentò pure di bandirla). Quel testo era troppo meticcio e troppo poco imperiale. Per giustificare il proprio espansionismo, l’Impero fascista avrebbe avuto bisogno di più solennità, di più rigore razziale; e fu così che dal Ministero “consigliarono” al poeta di trasformare la scherzosa canzonetta in un inno di conquista e di sottomissione degli abissini, privandola inoltre di ogni parola ed inflessione dialettale.

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Rivalutare la vecchiaia

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L’antropologo torinese Marco Aime attualmente è uno dei nomi più noti in Italia sul campo delle scienze etnologiche. Insieme al ligure Luca Borzani ha dato alle stampe un libro la cui lettura ci lascia una profonda inquietudine. Stiamo parlando di “Invecchiano solo gli altri” (Einaudi pp. 122, € 13). In questa opera i due studiosi esaminano con competenza i nuovi fenomeni che accompagnano l’invecchiamento o meglio il rifiuto della vecchiaia nell’occidente contemporaneo. Dal loro studio emergono conclusioni tutt’altro che rassicuranti. Continua a leggere